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Parcheggio d’emergenza

mar 28 gennaio 2014 – Parcheggio d’emergenza

Usciti dallo svincolo controllo negli specchietti, vedo arrivare solo Omar. Rallentiamo per aspettare Ivan, che arriva solo dopo diversi istanti. Era scivolato. Procediamo coi piedi a terra, ma questo non basta per non farci scivolare e il malaugurato Ivan sbatte di nuovo a terra. Ci fermiamo a bordo strada per aiutarlo e, appena sollevata la moto e aver appurato che non si è fatto nulla, facciamo il punto della situazione. Nevica di brutto, di questo passo non arriveremmo più e nessuno di noi ha voglia di farsi male o danneggiare la moto, abbiamo altri cinque giorni da passare in giro e non vogliamo rovinarci subito la vacanza. Propongo di cercare un posto dove lasciare le moto per poi spostarci in taxi fino all’albergo, e così mi metto a girovagare a piedi tra i palazzi, sbirciando nelle finestre alla ricerca di un viso amico a cui chiedere aiuto. Trovare un luogo sicuro così su due piedi, in una zona residenziale della città, è meno semplice del previsto, forse utopico, così siamo costretti a lasciarle a bordo strada in un parcheggio a spina di pesce in mezzo ad altre auto. Le copriamo con dei teloni e prendiamo un taxi al volo, pensando solo all’ultimo momento di scattare una foto al nome della via per ricordarci dove stiamo lasciando i nostri fidi destrieri.

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