Al risveglio, c’è un via vai incredibile. Il tempo pare clemente e chi deve tornare a casa vorrà approfittarne. Io invece non ho assolutamente alcuna fretta, dovrò arrivare solo a Graz e ho tutto il giorno per farlo. Relax. Faccio colazione con calma e mi godo la mattinata, facendo ancora incetta di chiacchiere e informazioni.
Sono le 11 quando decido di ripartire. Rivedo uno dei ragazzi austriaci incontrati ieri al famoso incrocio giusto prima di salire in sella, rendendomi conto di quanto sia difficile riconoscersi quando si indossano abiti diversi rispetto al momento in cui ci si è conosciuti. Ieri sera al raduno mi sembra di non averlo mai incrociato, eppure eravamo lì entrambi. Ora invece, con addosso il casco e il giubbotto, la sua è una figura ormai famigliare. Mi chiede com’è andata la salita, gli racconto un po’ delle difficoltà incontrate, e spero che ora, in discesa, non vada troppo peggio.
“Ieri sono caduto quattro volte” dico “se oggi cadessi un massimo di cinque, potrei ritenermi soddisfatto”.
Lui quasi non crede alle sue orecchie, mi dà una pacca sulla spalla e poi mi sprona con un sonoro “you are crazy, man”!