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Risceso a Tirano, è il momento di una pausa per rifornire il serbatoio e lo stomaco, con una pizzetta e un po’ di speck comprati all’ultimo supermercato trovato aperto, prima di affrontare le noiose ma veloci gallerie che mi portano a Bormio in un battibaleno. Raggiunto il paese tiro dritto sulla strada che ormai conosco a memoria. Supero gli ultimi hotel, iniziano i tornanti, ma in fondo vedo una transenna con su un cartello di divieto di transito e la scritta: Strada chiusa causa abbondanti nevicate.
Stento a crederci, viste le notizie di stamattina, procedo, fino a raggiungere la sbarra di chiusura della strada, che è abbassata. Non faccio in tempo ad incazzarmi che dall’altra parte arriva una macchina con la targa gialla, sono olandesi. Mi avvicino e aiuto l’autista ad alzare la sbarra per uscire, poi in inglese mi chiede informazioni su come arrivare a Bolzano.
“Brutto segno” penso “è dalla parte opposta del passo.”
Chiedo com’è la situazione di là dalla sbarra, dalla faccia che ha nel rispondermi sembra abbia visto un fantasma: dice che è molto brutta nonostante non stia nevicando, l’asfalto è ricoperto di ghiaccio. Mi chiede, con tono quasi di supplica:
“You are not going that way, right?”
“Well… I don’t know…” rispondo senza troppa convinzione.
“Please, don’t go!”
Ci salutiamo, riparte. Aspetto di uscire dalla loro visuale e rialzo la sbarra, sposto la moto dall’altra parte e la richiudo dietro di me.
